La zampetta sta per abbandonare per sempre la navetta del trio. E così mi torna alla memoria il tempo andato, quando io e Mr.Cap andavamo per negozi, visionavamo depliants e siti internet, con poca convinzione da parte sua e molti dubbi da parte mia, alla ricerca del trio perfetto. Che ricordi!
A posteriori, si può dire che l’acquisto fatto è una via di mezzo, ma magari questo post può servire da guida da chi sia ancora in dubbio sulla scelta del mezzo di trasporto per la sua zampetta in arrivo.
Prima di tutto, serve comprare un trio, o è meglio comprare la carrozzina e pensare poi in seguito al trasporto in auto del pargolo? La zampetta non è mai stata messa nell’ovetto fin quasi al terzo mese di vita, per timore che si ‘rompesse’: è vero che sono esserini elastici, ma la posizione dentro questo mezzo è davvero rannicchiata e soprattutto d’estate molto sudorifera. E’ però vero che da quando lo usiamo, sono leggermente calate le urla in macchina durante i brevi tragitti che le abbiamo fatto fare. Quindi, forse è il caso di comprare un trio se non altro perché dall’ovetto si passa direttamente sulla strada senza fare trasbordi strani. Nel trio è compreso anche un passeggino, ma di questo parleremo più avanti, perché ancora poco testato.
Non sottovalutate le dimensioni: una carrozzina piccola difficilmente conterrà per tanto tempo un esserino che alla nascita pesa più di tre kg e che misura più di 50 cm. Questo non è stato il caso di zampetta, nata piccoletta in altezza e larghezza, ma se all’ultima ecografia vi dicono che la stima è quella di partorire un bimbo grande, rinunciate alle navette piccole.
Struttura: sceglietela solida, il più possibile: zampetta insegna, non si nasce tutti calmi e tranquilli, e molti bimbi hanno bisogno di essere cullati, dondolati, sbambocciati a lungo; in questo, il trio è un fedele compagno di avventura, che ci aiuterà con movimenti sussultori, rotatori e oscillatori (e voi che pensavate che una carrozzina facesse solo avanti e indietro!)
Prezzo: eh, qui c’è da riflettere. Al momento della scelta, io e il Cap abbiamo optato per la soluzione più economica. Ovviamente non in assoluto, ma sulla base della scelta della marca. Abbiamo notato che la quasi totalità delle ditte che produce questi oggetti ha un modello di punta, costoso, solido, solitamente più ingombrante, e un modello più conveniente, ma più delicato. Non è vero che non c’è differenza tra i due prodotti, per cui se aspettate un bimbo grosso e irrequieto, optate per la soluzione più costosa.
Spazio: scartata l’opzione delle tre ruote, davvero ingombranti. Peccato, perché vivendo in campagna magari si poteva andare sopra i sassi. Per noi era fondamentale che tutto entrasse in macchina, insomma, le dimensioni contano eccome; in più il nostro modello è davvero molleggiato, per cui anche le strade sconnesse della campagna sono agibili.
Colore: va bene che lo potete scegliere neutro perché non si sa mai che all’ecografia si siano sbagliati. Però per strada nessuno saprà se quell’esserino dentro è un maschio o una femmina!
Durata: comprato il trio, il lettino, il fasciatoio, il Cap se ne uscì con una frase che mi mise in crisi in quanto già abbondantemente impegnata in questa gravidanza: il secondo figlio viene via gratis. Mica è vero. Questo trio che abbiamo è già tanto se riuscirà a sopportare le fatiche che gli stiamo facendo fare per placare le ire della zampetta.
Nel complesso: grazie streety di esistere. Certo che se avevi una struttura più solida potevi esistere per più tempo, ma si fa quel che si può!